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Le conclusioni del Consiglio Affari esteri del 13-14 maggio 2019

25 May 2019
Categoria: Affari esteri,

Il 13 e il 14 maggio 2019 si è tenuto a Bruxelles l’ultimo Consiglio Affari esteri, presieduto da Federica Mogherini, in qualità di Alto rappresentante UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza.

1. Attualità L’Alto rappresentante e i ministri degli esteri hanno discusso dell’accordo sul nucleare con l’Iran, il c.d. piano d’azione congiunto globale (Joint Comprehensive Plan of Action, o JCPOA), pronunciandosi a favore del sostegno e della piena attuazione dello stesso e auspicando che l’Iran continui a rispettare l’accordo. A tal proposito, i ministri hanno espresso rammarico per le nuove sanzioni imposte dagli USA a seguito del loro recesso dal JCPOA, e si sono impegnati a raggiungere una piena operatività della società veicolo INSTEX (Instrument in Support of Trade Exchanges), al fine di costruire un nuovo canale commerciale con l’Iran.Il Consiglio ha poi espresso la sua preoccupazione riguardo l’escalation di tensione avvenuta in Venezuela dalla fine di aprile, ribadendo il proprio supporto al Gruppo di contatto internazionale, quale unica struttura mediante la quale può essere immaginata una soluzione politica negoziata.I ministri degli esteri si sono poi occupati dell’Ucraina, in cui di recente si sono svolte le elezioni presidenziali. Hanno giudicato positivamente l’amministrazione in entrata – in particolare la sua intenzione di rafforzare il processo di attuazione di riforme – e hanno riaffermato il loro pieno sostegno alla sovranità, indipendenza e integrità territoriale del Paese, esprimendo al contempo preoccupazione circa il decreto russo che semplifica il rilascio di passaporti nelle regioni ucraine del Donetsk e Luhansk. Il Consiglio ha anche prorogato il mandato della missione consultiva (European Union Advisory Mission, o EUAM) dell’UE in Ucraina al fine di sostenere lo sviluppo di servizi di sicurezza sostenibili, responsabili ed efficienti nel Paese e garantire il consolidamento dello Stato di diritto. A tal fine, è stato definito l’aumento del budget della missione per un valore complessivo di 54 milioni di euro per i prossimi due anni.

I membri del Consiglio hanno tenuto una discussione sulla Libia insieme a Ghassan Salamè, il Rappresentante speciale del Segretario generale dell’ONU per la Libia, e si sono confrontati sui possibili passi da compiere per evitare un’ulteriore intensificazione del conflitto. A tal fine, il Consiglio ha adottato una dichiarazione chiarendo la posizione dell’UE rispetto alla situazione in Libia. Con tale documento è riaffermato innanzitutto l’impegno dell’UE a garantire la sovranità, l’indipendenza, l’integrità territoriale e l’unità nazionale della Libia e si invitano poi tutte le parti coinvolte nel conflitto a cessare il fuoco immediatamente, a relazionarsi con l’ONU al fine di assicurare una piena e completa cessazione delle ostilità e a dissociarsi dagli elementi terroristi e criminali coinvolti negli scontri, nonché da coloro che sono sospettati di crimini di guerra. L’UE lancia anche un appello affinché sia assicurata la protezione dei civili, inclusi i migranti e i rifugiati – consentendo e facilitando la distribuzione di aiuti e servizi umanitari –, sia rispettato l’embargo sulle armi e ci si astenga da qualunque azione che possa danneggiare il dialogo politico facilitato dall’ONU. L’UE ricorda che non esiste una soluzione militare alla crisi in Libia, ed esorta tutti gli attori in essa coinvolti ad adoperarsi per trovare una soluzione politica globale. A tal riguardo, peraltro, il Coniglio dichiara il suo pieno sostegno al lavoro del Rappresentante speciale del Segretario generale dell’ONU (Special Representative of the Secretary General, o SRSG) e della Missione ONU di supporto in Libia (United Nations Support Mission in Libya, o UNSMIL).Il Consiglio ha poi focalizzato la sua attenzione sul Sahel. Il 13 maggio sono state infatti adottate delle conclusioni in cui lo sviluppo e la sicurezza del Sahel sono riconosciuti come una priorità strategica per l’Unione europea, che si impegna, pertanto, a sostenere i Paesi della regione nei loro sforzi per fronteggiare molteplici sfide, quali l’insufficienza dello Stato di diritto, la violazione dei diritti umani, la mancanza di sicurezza, la povertà endemica e l’insicurezza alimentare. Il 14 maggio i ministri degli esteri e della difesa dell’UE si sono incontrati con le loro controparti dei Paesi del G5 Sahel (Burkina Faso, Chad, Mali, Mauritania e Niger) per discutere della situazione nella regione, focalizzandosi in particolare sul tema della sicurezza. Essi hanno reso nota la propria determinazione ad intensificare gli sforzi per ripristinare la stabilità nel Sahel, compromessa dall’aumentata presenza di gruppi terroristici, anche jihadisti, e dall’incremento della violenza tra comunità. Tra gli strumenti atti a questo scopo sono stati menzionati la Forza congiunta G5 Sahel, e la Missione multidimensionale integrata di stabilizzazione del Mali dell’ONU (United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission in Mali, o MINUSMA).Il Consiglio ha inoltre modificato il mandato della Missione per lo sviluppo di capacità dell’Unione europea Sahel Mali (European Union Capacity Building Mission, o EUCAP Sahel Mali) al fine di estendere l’area delle sue operazioni agli altri Paesi del G5 Sahel, nel contesto della seconda fase della regionalizzazione delle attività della Politica di sicurezza e di difesa comune dell’UE nel Sahel. I ministri hanno inoltre stanziato 1,22 milioni di euro extra al budget della missione. Tale finanziamento aggiuntivo servirà a coprire i costi della Cellula di coordinamento e consulenza regionale (Regional Advisor and Coordination Cell, o RACC) – che ha il compito di ricollocare lo staff dell’EUCAP da Bamako a Nouakchott – e del personale di sicurezza in più richiesto dalla missione a seguito del peggioramento della situazione di sicurezza nel centro del Paese.Il Consiglio ha adottato infine una raccomandazione che valuta i progressi fatti dagli Stati membri partecipanti nell’ambito della Cooperazione strutturata permanente (Permanent Structured Cooperation, o PESCO), al fine di garantire l’adempimento degli impegni assunti in materia di difesa. A tal proposito, i ministri hanno sollecitato gli Stati membri partecipanti a portare a termine l’attuazione dei 34 progetti PESCO il più rapidamente possibile.

2. Affari esteriIl Consiglio ha adottato la relazione annuale dell’UE sui diritti umani e la democrazia nel mondo per il 2018. Essa ha evidenziato che nel 2018 – anno in cui è ricorso il 70esimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo – l’UE ha avuto un ruolo di primo piano nella protezione e promozione dei diritti umani, agendo in linea con gli obiettivi fissati dal Piano d’azione dell’UE per i diritti umani e la democrazia (2015-2019). La relazione rileva che nel 2018 si sono registrati numerosi fenomeni di violazione dei diritti umani a livello globale, come l’aumento delle minacce e delle violazioni personali contro giornalisti ed altri operatori dell’informazione, con conseguente contrazione dello spazio di libertà di stampa. Tuttavia l’anno in questione è stato caratterizzato anche da passi avanti, come dimostra l’iniziativa “Belle storie di diritti umani”, lanciata dall’UE in occasione della 73esima Assemblea generale dell’ONU, che ha suscitato un’ampia risonanza trans regionale.I ministri hanno inoltre adottato delle conclusioni sulle relazioni dell’UE con l’America latina e i Caraibi (LAC), riconoscendo che i rapporti tra le due parti si sono notevolmente rafforzati nell’ultimo decennio, e che l’azione congiunta delle due regioni è stata particolarmente determinante per il raggiungimento di importanti accordi multilaterali quali l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e l’Accordo di Parigi. Le economie dell’UE e del LAC sono diventate più integrate, ma c’è ancora un enorme potenziale inutilizzato che dovrebbe essere sfruttato; la prosperità delle due aree, ad esempio, potrebbe essere ulteriormente accresciuta mediante un aumento degli investimenti privati e un più efficace uso degli accordi commerciali esistenti. Inoltre, l’UE e il LAC dovrebbero lavorare in modo più stretto nel quadro multilaterale, soprattutto all’intero dell’ONU e dell’Organizzazione mondiale del commercio per promuovere congiuntamente i valori della democrazia e dello Stato di diritto, il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, la pace e la sicurezza, l’occupazione, la crescita, gli investimenti e lo sviluppo sostenibile.

3. Affari generali I ministri hanno approvato una dichiarazione riguardante il paragrafo 40 dell’Accordo interistituzionale “Legiferare meglio” del 2016, che tratta della negoziazione e della conclusione di accordi internazionali. In tale dichiarazione il Consiglio afferma di essersi impegnato nella negoziazione di modalità pratiche più efficaci in materia di cooperazione e la condivisione di informazioni tra le istituzioni europee, giacché è ritenuto interesse dell’Unione che le istituzioni abbiano una visione comune dei meccanismi per la cooperazione e la condivisione di informazioni nell’area chiave degli accordi internazionali.

4. Giustizia e affari interni Il Consiglio Affari esteri ha adottato una decisione su un protocollo che estende l’accordo tra UE e Danimarca sulla Dattiloscopia europea (European Dactyloscopie, o Eurodac). Il protocollo mira a rafforzare la cooperazione con la Danimarca sulla prevenzione, l’individuazione e l’investigazione dei reati terroristici e di altri illeciti penali. Ciò consentirà alle autorità di contrasto designate di richiedere il confronto delle impronte digitali trasmesse all’Eurodac.

5. Affari economici e finanziari Il Consiglio ha adottato delle conclusioni sulla relazione speciale n. 3/2019 della Corte dei conti europea, intitolata “Fondo europeo per gli investimenti strategici: l’azione necessaria per rendere l’EFSI un pieno successo”. Nel testo si evidenzia che l’EFSI (European Fund for Strategic Investiments) è stato un efficace strumento di sostegno per gli investimenti aggiuntivi nell’UE, avendo permesso di fronteggiare i fallimenti del mercato o le situazioni di investimento non ottimale e di contribuire a ridurre i divari di investimento nell’Unione. Tuttavia il Consiglio concorda con la Corte dei conti europea che in alcune aree esiste un significativo margine di miglioramento. In particolare, il Consiglio riconosce che i progetti sostenuti dall’EFSI dovrebbero fornire addizionalità e che gli effetti di spiazzamento dovrebbero essere evitati. I ministri sostengono poi che andrebbe migliorata e valorizzata la previsione per la quale i progetti EFSI possano trovare altre fonti di finanziamento e riconoscono altresì che la distribuzione geografica degli investimenti sostenuti dovrebbe essere migliorata, specialmente negli Stati membri privi di mercati finanziari sviluppati e di banche e istituzioni nazionali consolidate. Infine, il Consiglio auspica che la Commissione, la Banca europea degli investimenti ed i partner che realizzeranno il regolamento InvestEU assicurino l’attuazione delle raccomandazioni della Corte dei conti europea riguardanti l’EFSI.

Maria Cristina Mandolese

 
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