EUROPEI UNITE

La relazione programmatica 2019 sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea – Prima parte

14 March 2019
Categoria: Competitività,

Considerazioni introduttive. – Il 27 febbraio 2019 il Ministro per gli Affari europei Paolo Savona ha presentato al Consiglio dei Ministri la Relazione programmatica 2019 sulla partecipazione dell’Italia all'Unione europea, ai sensi dell’articolo 13 della legge 24 dicembre 2012, n. 234. Il giorno successivo, la Relazione è stata trasmessa al Parlamento, al fine di fornire alle Camere gli elementi conoscitivi necessari a valutare la partecipazione del nostro Paese alla formazione e all’attuazione delle politiche dell’Ue.La Relazione si articola in cinque parti: la prima riguarda lo sviluppo del processo di integrazione europea e le questioni istituzionali; la seconda è dedicata alle priorità italiane nel quadro di politiche orizzontali, quali le politiche per il mercato interno dell'Unione, e settoriali quali le strategie in materia di migrazione, politiche per l’impresa, politiche per il rafforzamento di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia; la terza sottolinea gli orientamenti del Governo in materia di politica estera e di sicurezza comune, politica di allargamento, vicinato e di collaborazione con Paesi terzi; la quarta è inerente le strategie di comunicazione e di formazione del Governo in merito all'attività dell'Unione e alla partecipazione italiana all’Ue; infine, la quinta attiene al ruolo di coordinamento delle politiche europee, con particolare riguardo al coordinamento della posizione negoziale dell'Italia, ai temi dell’adeguamento del diritto interno al diritto dell'Unione europea con l'elenco specifico delle direttive da recepire nel 2019 e degli aiuti di Stato, con una finestra sulle attività di prevenzione e soluzione delle procedure di infrazione.L’Osservatorio permanente sui semestri di Presidenza del Consiglio dell’Ue ha sintetizzato alcuni tra i passaggi più importanti della Relazione per evidenziare le priorità e le strategie di fondo dell’attuale governo italiano per l’anno in corso con riferimento alla partecipazione dell’Italia all’Unione europea. Un documento programmatico ancora più importante se si tiene conto delle imminenti elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo e le grosse implicazioni nell’assetto istituzionale dell’Ue e nella futura legislazione sovranazionale.La presente nota informativa è il frutto di un lavoro a più mani e, data la lunghezza della Relazione programmatica, non può che essere più lunga e articolata rispetto alle note tradizionali che solitamente pubblica l’Osservatorio. Quindi si è deciso di suddividerla in tre parti. In questa prima parte le considerazioni introduttive sono state abbozzate da Luigi D’Ettorre, mentre la successiva parte sostanziale è stata elaborata da Lorenzo Cesarini e attiene allo sviluppo del processo di integrazione europea e a talune questioni istituzionali.

Prima parte

Rapporti con le istituzioni dell’Unione Europea – Il Governo contribuirà ad ogni iniziativa rivolta ad accrescere la fiducia dei cittadini nell’Unione. In quest’ottica appoggia la proposta della Commissione del 13 settembre 2018 volta a riformare e semplificare l’Iniziativa dei cittadini europei. Altra iniziativa su cui è forte l’impegno italiano è il negoziato sulla proposta della Commissione per un Registro di trasparenza obbligatorio nell’ambito del processo decisionale UE.

- Settore della “migliore regolazione” – Il Governo proseguirà l’attività di partecipazione e condivisione istituzionale con l’azione delle istituzioni UE per garantire una legislazione europea sempre più efficace e meno onerosa. Un rinnovato interesse sarà rivolto ai principi di sussidiarietà e di proporzionalità anche in materia di legislazione UE. A tale scopo sarà dedicata particolare attenzione al rafforzamento dei meccanismi interni dedicati alla partecipazione alla fase ascendente della legislazione europea.

Bilancio dell’Unione e QFP 2021-2027 – Il Governo sottolinea la necessità di focalizzarsi su “nuove” priorità ad alto valore aggiunto europeo come la gestione dei flussi migratori, la sicurezza o il completamento del mercato interno. Inoltre evidenzia la necessità di dotare il bilancio di meccanismi di flessibilità e riserve ad hoc che permettano di reagire al presentarsi di situazioni non previste. Il Governo si adopererà per impedire tagli alle politiche tradizionali dell’Unione. Per quanto riguarda il versante delle entrate, il Governo ritiene che la perdita del contributo britannico unita alla necessità di finanziare un numero crescente di priorità, evitando al contempo un eccessivo rialzo dei contributi nazionali, renda non più prorogabile l’introduzione di nuove risorse proprie dell’Unione.

Il governo dell’economia e l’Unione economica e monetaria – Il Governo intende declinare i propri obiettivi di lungo periodo in base al programma operativo delle istituzioni europee. Come indicato dal Presidente Juncker nel discorso sullo stato dell’Unione 2018 e formalizzato nel programma di lavoro annuale, la Commissione promuoverà l’adozione delle proposte relative alla trasformazione progressiva del meccanismo europeo di stabilità (ESM, c.d. “Fondo salva Stati”) in Fondo monetario europeo e alla creazione nel bilancio dell’Unione di un’apposita linea di bilancio per la zona euro che comprenda il supporto alle riforme strutturali, una funzione di stabilizzazione, un backstop per l’Unione bancaria e uno strumento di convergenza pre-adesione agli Stati membri che si preparano per l’adozione della moneta unica. L’Italia è interessata, con ruolo critico ma propositivo, all’approfondimento dell’Unione monetaria, ivi comprese la riforma di ESM e l’istituzione di una fiscal capacity comune. L’Italia si esprimerà a favore di un effettivo coordinamento delle politiche fiscali che prevedano un effettivo aggiustamento degli squilibri macroeconomici degli Stati membri, coinvolgendo pertanto anche quelli che presentano elevati surplus di bilancio.

Semestre europeo: sorveglianza macroeconomica e di bilancio – Nell’ambito della funzione di coordinamento del Semestre, il Governo si impegnerà affinché venga ulteriormente accresciuta l’attenzione posta sulla dimensione complessiva dell’area euro, con un ruolo più forte per le raccomandazioni comuni ai Paesi dell’area. Ritiene altresì doveroso correggere le differenze tributarie tra Stati membri.- Unione bancaria e servizi finanziari – Il Governo riconosce che in pochi anni è stato approvato in Europa un complesso di provvedimenti in materia bancaria senza precedenti. Ne sono la dimostrazione il pacchetto CRD4-CRR, che recepisce nell’ordinamento comunitario l’accordo cd Basilea 3; la direttiva 2014/49/UE sugli schemi di garanzia dei depositi; i regolamenti che hanno istituito i primi due pilastri dell’Unione bancaria, rispettivamente il Meccanismo di vigilanza unico (reg. UE 1024/2013) e il Meccanismo di risoluzione unico (reg. UE 806/2014) e la notevole mole di interventi di secondo livello. Tuttavia nota come in particolare l’introduzione del terzo pilastro dell’Unione bancaria (schema di garanzia dei depositi unico) sia stato condizionato dalle conclusioni dell’Ecofin del giugno 2016 a ulteriori progressi nelle misure di riduzione del rischio bancario, ad oggi ancora oggetto di difficili negoziati.

Attuazione del fondo europeo per gli investimenti (Piano Juncker) – Varato nel luglio 2015, il Piano ha attivato complessivamente 315 miliardi di investimenti. Per il prossimo bilancio pluriennale europeo 2017-2021, si discute di utilizzare lo stesso meccanismo, affidandone la gestione questa volta alla Commissione europea. Il Governo è particolarmente favorevole alle misure che consentano di ampliare le possibilità di investimento della BEI e intende esplorare la possibilità di emissioni di titoli di debito comune europeo specificatamente volti a finanziare progetti strategici di investimento. Il governo inoltre intende ribadire sul tavolo negoziale la richiesta di scomputo integrale e non condizionato dal calcolo dei vincoli finanziari europei della quota di cofinanziamento nazionale dei programmi UE di investimento, nonché degli investimenti in generale.

Luigi D’Ettorre – Lorenzo Cesarini

 
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