EUROPEI UNITE

Il rafforzamento dei controlli alle frontiere esterne dell’Unione

11 September 2017
Categoria: Giustizia e affari interni,

Com’è noto, la prerogativa essenziale perché si realizzi un normale e corretto funzionamento dell’area Schengen è l’effettiva protezione delle frontiere esterne dell’Unione europea. A tal fine è necessario rinforzare – sia in termini di dotazioni che di risorse umane – l’Agenzia europea della Guardia costiera e di frontiera che attualmente è impegnata a fornire supporto operativo agli Stati membri nella gestione dei loro confini con 1.700 agenti coinvolti in diverse operazioni in Grecia, Italia, Bulgaria, i Balcani occidentali e recentemente anche in Spagna.

In Grecia, l’Agenzia conduce tre operazioni:

  1. L’operazione Poseidon fornisce supporto alla Grecia nel controllo delle frontiere nel Mar Egeo e nell’implementazione dell’approccio Hotspot e dell’accordo UE-Turchia;
  2. Le “operation flexible activities” e “Focal Point” che coadiuvano la Grecia al confine terrestre con Turchia, Albania e Macedonia.

In Italia, con l’Operazione Triton, l’Agenzia impegna 470 unità tra personale di coordinamento, agenti ed esperti che forniscono assistenza nell’implementazione dell’approccio Hotspot.

In Bulgaria, le due operazioni denominate “operation flexible activities” e “Focal Point” forniscono assistenza al confine terrestre con la Turchia e la Serbia.

Nei Balcani occidentali il più importante dispiegamento di forze è condotto nell’ambito dell’Operazione “operation flexible activities” al confine croato e tra Ungheria e Serbia.

In Spagna, l’Agenzia conduce tre operazioni:

  1. L’Operazione Indalo implementata a maggio 2017;
  2. Le operazioni supplementari Minerva Hera avviate a partire da Agosto 2017.

Tuttavia, affinché l’Agenzia sviluppi delle proprie capacità operative è indispensabile che gli Stati membri mettano a disposizione maggiori risorse in termini di equipaggiamento e budget in una prospettiva di lungo termine. Due questioni risultano essere di estrema importanza e necessitano di maggiori sforzi da parte degli Stati membri, ovvero:

  1. La capacità di reazione rapida della Guardia costiera e di frontiera europea: da Aprile 2017 solo 14 Stati membri continuano ad assicurare i mezzi tecnici per le riserve di reazione rapida (tra questi vi sono: l’Italia, l’Austria, la Germania, la Polonia e la Repubblica Ceca). È necessario che anche gli altri Stati membri contribuiscano all’equipaggiamento per la reazione rapida dell’Agenzia al fine di colmare le attuali lacune e carenze. In particolare, prima della fine di ottobre 2017 verrà effettuato un esercizio di simulazione per verificare l’effettività e la prontezza del dispiegamento per la reazione rapida.
  2. Il mandato dell’Agenzia nel settore dei rimpatri: dal 1 gennaio al 31 luglio 2017 l’Agenzia ha sostenuto 193 operazioni che hanno comportato il rimpatrio di 8.608 cittadini di paesi terzi presenti illegalmente nel territorio dell’Unione. Tuttavia, il mandato di cui l’Agenzia gode è molto più ampio e permetterebbe, se correttamente implementato, risultati di gran lunga migliori. A tal fine è indispensabile la mobilitazione congiunta dell’Agenzia e delle autorità responsabili per i rimpatri negli Stati membri. Molti degli strumenti messi a disposizione dell’Agenzia, come ad esempio un pool di esperti nei rimpatri forzati, vengono utilizzati al di sotto delle loro potenzialità. Ulteriori sviluppi si registrano nel dispiegamento di funzionari di collegamento negli Stati membri e nello sviluppo di un quadro strategico di gestione europea integrata delle frontiere – European Integrated Border Management (IBM) – come raccomandato dalla Commissione Europea nel suo terzo rapporto.

L’Agenzia ha inoltre completato le valutazioni sulle vulnerabilità di alcuni Stati membri inviando a 21 di essi raccomandazioni su una serie di misure da adottare relative alle 46 delle 136 vulnerabilità riscontrate. Molte di queste raccomandazioni dovranno essere implementate entro sei mesi dalla data di ricezione.

In conclusione, la Commissione chiede agli Stati membri maggiori sforzi in termini di investimento delle risorse al fine di garantire un efficace funzionamento dell’Agenzia della Guardia Costiera e di Frontiera europea e invita a ricorrere agli strumenti che essa mette a disposizione in materia di rimpatri.

 Carla Di Nardo

 Per saperne di più:

Fifth report on the operationalisation of the European Border and Coast Guard

 

 
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