EUROPEI UNITE

Il punto sul rafforzamento dell'UEM e la "climate finance": gli esiti della riunione ECOFIN

14 November 2015
Categoria: Affari economici e finanziari, Ambiente,

Si è svolta a Bruxelles il 10 novembre scorso la riunione dei ministri dell’economia e delle finanze dell’Unione Europea. L’agenda, oltre ai consueti temi di settore, quali gli sviluppi sul capitolo della riforma e dell’approfondimento dell’Unione Economica e Monetaria, si è arricchita di un ulteriore punto, rappresentato dall’azione per contrastare i cambiamenti climatici. Il carattere di urgenza deriva, oltre che da considerazioni di carattere squisitamente scientifico, dall’imminente apertura della COP 21, la ventunesima Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC). I negoziati alle porte, che si svolgeranno a Parigi, si pongono obiettivi ambiziosi quanto delicati, che chiamano in causa le politiche di sviluppo ed industriali tanto dei paesi avanzati quanto di quelli in via di sviluppo. Obiettivi per il raggiungimento dei quali alle intenzioni della vigilia, si auspica facciano seguito azioni concrete ed impegni vincolanti.Unione dei Mercati di Capitali. Il Piano d’Azione relativo all’Unione dei Mercati di Capitali, pubblicato dalla Commissione lo scorso 30 settembre, ha ricevuto, in sede consiliare, un’ampia condivisione, come espresso dai rappresentanti ECOFIN nelle conclusioni adottate su questo tema. Tale capitolo è considerato uno dei cardini del processo di rafforzamento dell’Unione Economica e Monetaria, laddove la costituzione di un’Unione dei Mercati di Capitali, che si vorrebbe portare a compimento entro la fine del 2019, rappresenterebbe un forte incentivo per gli investimenti e per l’ampliamento delle fonti di finanziamento. Ciò vale soprattutto per le piccole e medie imprese, nonché per le start-up operanti in settori particolarmente innovativi. Il Consiglio ha espresso la sua approvazione intorno ai punti salienti del Piano della Commissione, dalle aree prioritarie identificate agli obiettivi di breve periodo, esprimendo parallelamente l’opportunità di dotare il percorso di strumenti e contenuti egualmente ambiziosi anche nel lungo periodo.Unione Bancaria. Altro pilastro del rafforzamento dell’UEM, l’Unione Bancaria, è stato argomento all’ordine del giorno dell’ECOFIN. Nello specifico il Consiglio ha svolto un aggiornamento sullo stato di attuazione di alcuni provvedimenti. Tra di essi, la ratifica dell’accordo intergovernativo relativo al single resolution fund (SRF); il recepimento negli ordinamenti nazionali della direttiva sugli schemi di garanzia e della Bank Recovery and Resolution Directive. Il SRF è parte integrante del single resolution mechanism (SRM), il meccanismo che che mira ad assicurare una gestione più ordinata dei fallimenti bancari. In questo ambito, proprio la richiamata bank recovery and resolution directive è chiamata a modificare, o meglio a sostituire, la prassi del bail-out, ossia degli interventi da parte dello Stato in caso di difficoltà degli istituti creditizi, con il bail-in, in cui gli azionisti, gli obbligazionisti ed i correntisti – sopra i centomila euro, non coperti quindi, per la parte che eccede, dagli schemi di garanzia sui depositi – partecipano alle perdite dell’istituto. In relazione al single resolution fund, il Consiglio ha nell’occasione chiesto al Comitato Economico e Finanziario di predisporre le operazioni tecniche necessarie per istituire un finanziamento ponte del fondo, in attesa delle risorse che ne costituiranno il budget da parte delle banche. Tale finanziamento provvisorio, secondo l’approccio condiviso dal Consiglio, sarà costituito da linee di credito da parte degli Stati membri.Report dei Cinque Presidenti. I membri dell’ECOFIN hanno quindi svolto un primo scambio di vedute in merito al report dei Cinque Presidenti del giugno scorso relativo al completamento dell’UEM. Il documento, di cui già si è parlato in questa sede, individua una vera e propria road map per il rafforzamento dell’Unione con una visione di ampio respiro, sia in termini di contenuto che di arco temporale. Il Consiglio, in particolare, sarà coinvolto nelle decisioni di due provvedimenti in particolare: le proposte sulla rappresentanza esterna dell’eurozona e sull’istituzione dei consigli nazionali per la competitività. Da segnalare come al fine di preparare il passaggio dalla fase 1 alla fase 2 identificate dal report – nelle previsioni da metà 2017 in poi – la Commissione intenda elaborare un libro bianco per la primavera 2017, in grado di delineare le tappe successive del percorso di riforma tracciato dai vertici europei.COP21. A ridosso della ventunesima Conferenza delle Parti (COP21) della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), che avrà luogo a Parigi dal 30 novembre al 10 dicembre, il Consiglio Affari Economici e Finanziari ha adottato delle conclusioni dopo che il 18 settembre scorso, il Consiglio, nella sua formazione Ambiente, aveva adottato le proprie sulla questione ambientale e la relativa posizione dell’UE.Il tema centrale dei negoziati ruoterà attorno al raggiungimento di un accordo per contenere l’incremento medio della temperatura globale ad un massimo di due gradi rispetto ai livelli pre-industriali. Per raggiungere tale traguardo la dimensione finanziaria - la “climate finance” - ricopre una funzione di capitale importanza ed è proprio su questo aspetto che si concentrano prevalentemente sia i negoziati di Parigi, sia le stesse conclusioni dell’ECOFIN. L’UE ha nello specifico riaffermato il proprio impegno a mobilitare le risorse necessarie al fine di co-partecipare allo stanziamento dei 100 miliardi di dollari entro il 2020, come promesso dai paesi sviluppati. L’impegno europeo su tale capitolo, si precisa, si pone in una linea di coerenza con quanto stanziato nel 2014, circa 14,5 miliardi, che hanno rappresentato un aumento rispetto all’anno precedente. I 100 miliardi di dollari – per i quali si attingerà da fondi pubblici e privati, bilaterali e multilaterali nonché da fonti di finanziamento alternative – saranno uno strumento cruciale per permettere ai paesi in via di sviluppo di essere in grado di far fronte in maniera più efficace alle sfide che si presentano, allo scopo di ridurre le emissioni di gas serra e per adattarsi alle conseguenze dei cambiamenti climatici.Diego Del PriorePer saperne di più:COP21UNFCCCSingle Resolution Mechanism 

 
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