EUROPEI UNITE

Consiglio Affari Esteri dell’8 aprile 2019: le più urgenti questioni dell’agenda internazionale sul tavolo dei ministri

15 April 2019
Categoria: Affari esteri,

L’ultima sessione del Consigli Affari Esteri – tenutasi lo scorso 8 aprile – non poteva non aprirsi con una discussione dei ministri concernenti le questioni più urgenti dell’agenda internazionale, prima tra tutti la situazione in Libia, dove dall’inizio del mese si assiste ad un’escalation di violenza, avviata con la decisione di Khalifa Haftar di avanzare con le sue truppe contro la capitale libica, sede del governo guidato dal premier Fayez al-Serraj, sostenuto dall’ONU e riconosciuto a livello internazionale. Il Consiglio ha sollecitato le parti ad attuare una tregua umanitaria e ad optare per una soluzione che si basi sulla ripresa dei negoziati. Oggetto di discussione è stata anche l’entrata in vigore del nuovo codice penale del Brunei-Darussalam, fortemente voluto dal sultano Haji Jassanal Bolkiah. Il codice – sul quale anche le Nazioni Unite hanno preso una posizione netta, definendolo “crudele e inumano, una battuta d’arresto per i diritti umani” – prevede infatti l’introduzione di pene crudeli e degradanti, vietate dalla Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti, cui lo stesso Brunei-Darussalam ha aderito nel 2015. Il Consiglio ha proseguito la discussione soffermandosi sulla legge Helms-Burton – la Legge per la solidarietà democratica e la libertà cubana – firmata dal Presidente Bill Clinton il 12 marzo 1996, che aveva come obiettivo quello di asfissiare l’economia cubana, per spingere la popolazione a rivoltarsi contro il governo. L’applicazione del titolo III della suddetta legge consentiva ai cittadini statunitensi, compresi quelli che non erano cittadini al momento della nazionalizzazione, di presentare presso tribunali USA denunce contro ogni investitore straniero che trafficasse con proprietà statunitensi nazionalizzate a Cuba negli anni ’60, con un processo legittimo e nel rispetto del diritto internazionale. Negli ultimi anni, tuttavia, tale sistema è stato sospeso con proroghe continuative di 6 mesi, in linea con il diritto internazionale. Il recente annuncio dell’Amministrazione Trump – relativo alla possibilità di non sospenderne l’applicazione – ha portato l’UE ad opporsi fermamente all’applicazione extraterritoriale di misure restrittive unilaterali, in contrasto con le norme del diritto internazionale, che danneggerebbero anche numerose imprese europee.

Afghanistan I ministri hanno esaminato la situazione in Afghanistan, adottando conclusioni sul processo di pace in corso, nelle quali in Consiglio riafferma il suo impegno politico e il supporto alla popolazione nel suo percorso verso la pace, la sicurezza e la prosperità, incoraggiando allo stesso tempo il governo afgano e i talebani a compiere maggiori sforzi per una composizione pacifica del conflitto. L’impegno dell’Unione Europea in Afghanistan è molto forte: dal 2002 l’UE fornisce aiuti umanitari e fondi per lo sviluppo del Paese e nella Conferenza sull’Afghanistan tenutasi a Bruxelles nel 2016, l’UE ha stanziato 5 miliardi di euro per il periodo 2016-2020 – finanziamenti ai quali si aggiungono quelli stanziati dalla Commissione europea per il processo di state building e per l’attuazione di riforme nel campo pubblico, della sanità, della giustizia ed elettorale. Il Consiglio ribadisce la necessità di negoziare gli accordi di pace nel modo più ampio ed inclusivo possibile, nel pieno rispetto dello stato di diritto e dei diritti umani, rinunciando ad ogni forma di violenza, ponendo altresì l’accento sull’importanza della partecipazione attiva delle donne (sulla scorta della Risoluzione 1325 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite) e delle elezioni presidenziali e locali che si terranno nel 2019.

Partenariato OrientaleIl Consiglio ha discusso del Partenariato Orientale (PO) in vista della relativa riunione ministeriale del prossimo 13 maggio e dell’evento del 14 maggio in cui si celebrerà il decimo anniversario del PO. Nell’ambito del Partenariato orientale, che ha come obiettivo il rafforzamento dell’associazione politica e dell’integrazione economica dei Paesi partner dell’Europa orientale e del Caucaso meridionale (Armenia, Azerbaigian. Bielorussia, Georgia, Repubblica di Moldova e Ucraina), i ministri hanno accolto con favore i progressi fatti nel quadro dei 20 obiettivi per il 2020 e i risultati tangibili e concreti in materia di commercio, contatti interpersonali, liberalizzazione dei visti, trasporti, infrastrutture e riforme economiche. È stata inoltre sottolineata la necessità di ulteriori sforzi per dare attuazione alle riforme in settori come governance, lotta alla corruzione e sistema giudiziario.

Venezuela I ministri hanno discusso sugli esiti della seconda riunione del Gruppo di contatto internazionale del 28 marzo a Quito (Ecuador), convenendo sulla necessità di intensificare gli interventi legati alla facilitazione dell’accesso umanitario e alla creazione di condizioni per elezioni presidenziali libere, regolari e trasparenti, al fine di avviare un processo politico che porti ad una transizione democratica e pacifica. L’Unione europea è attiva in Venezuela dall’inizio della crisi umanitaria legata al crollo del prezzo del petrolio nel 2014, che ha deteriorato drasticamente le condizioni socio-economiche e democratiche del Paese e causato consistenti flussi migratori verso altri Paesi. Dal 2017 l’Unione Europea, inoltre, ha introdotto una serie di sanzioni mirate a sostenere soluzioni democratiche condivise e nel 2018 ha ritenuto che le elezioni presidenziali – che hanno dato la vittoria a Maduro – non siano state libere, veritiere e credibili, e per questo prive di legittimità democratica. L’unica soluzione perseguibile è quella democratica, pacifica ed inclusiva e proprio per perseguire tale obiettivo è stato creato nel gennaio 2019 il Gruppo di contatto internazionale composto da Paesi dell’UE e dell’America Latina.

Relazioni culturali internazionaliIl Consiglio ha adottato conclusioni su un approccio strategico dell’Unione nelle relazioni culturali internazionali, istituendo un quadro d’azione e andando così ad integrare la gamma di strumenti della politica estera. Le conclusioni adottate esortano in particolare gli Stati membri, la Commissione e il SEAE (Servizio europeo per l’azione esterna) a rafforzare il coordinamento e gli orientamenti strategici per la promozione delle relazioni culturali internazionali.

Paola Costantini

 
Consiglio Europeo
Parlamento Europeo
Commissione Europea
Corte di Giustizia dell'Unione Europea
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Iscriviti alla newsletter di EuropeiUNITE.eu per essere sempre aggiornato su offerte e promozioni

EUROPEI UNITE
Copyright © 2024 E-DATA Srl. Tutti i diritti riservati - P.IVA/C.F.: 01921300677 - Numero REA: TE 164357 - Capitale sociale: € 10.000,00
Chi Siamo - Contatti - Richiesta Informazioni
Copyright © 2024 E-DATA Srl. Tutti i diritti riservati - P.IVA/C.F.: 01921300677 - Numero REA: TE 164357 - Capitale sociale: € 10.000,00
Condizioni e termini di utilizzo - Privacy - Note legali - Cookie policy